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corriere.it - Nel primo quadrimestre i consumi nella ristorazione sono aumentati del 17,9% rispetto allo scorso anno: scoppia il cosiddetto "revenge effect".

I dati raccolti durante l’indagine condotta dall’Osservatorio Confimprese – Jakala sono molto significativi, soprattutto se si considera il contesto attuale segnato dal rincaro dei prezzi. Difatti, nel corso degli ultimi mesi, l'82% dei ristoratori ha alzato i prezzi finali al fine di fronteggiare l'aumento dei costi.

Ciononostante, nel periodo che va da gennaio ad aprile i consumi nella ristorazione hanno subito una crescita del 17,9% rispetto allo scorso anno, dimostrando che gli italiani non rinunciano a mangiare fuori.

Tale crescita deriva principalmente da due fattori: da una parte, vi è il cosiddetto "revenge effect", ossia il desiderio da parte dei consumatori di recuperare le occasioni perdute nei due anni di pandemia, caratterizzati da restrizioni e dall'assenza di momenti di socialità. Dall'altra parte, invece, gli attori all'interno del settore hanno sviluppato una serie di nuove proposte per rispondere ai nuovi bisogni della clientela, sia rispetto all'offerta culinaria che al servizio.

Infine, altro fattore che sostiene la ristorazione è sicuramente il turismo. In confronto al 2022, nei mesi di gennaio e febbraio, l'Istat ha registrato un aumento delle presenze complessive del 45,5% con una crescita importante degli stranieri (+70,5%), e le prospettive per i prossimi mesi sono ancora più favorevoli.

Il successo della ristorazione è dimostrato non solo dai dati, ma anche dalle nuove aperture di insegne internazionali che decidono di sbarcare in Italia e dal dinamismo delle imprese nostrane, che vanno via via ampliando il loro network di locali.