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Clarisse Bithum

1° Domanda: Qual è stato il momento che ha segnato un "arrivo" nella ricerca del proprio stile?    

Non credo di aver ancora identificato uno stile e soprattutto non ritengo aver raggiunto nessun arrivo. La mia evoluzione in questo lavoro è continua e multidimensionale sia sotto l’aspetto degli ingredienti e sia sotto l’aspetto delle tecniche.

 

2° Domanda: Quale consiglio darebbe ai giovani chef alla ricerca della propria identità?        

Mi sento in difficoltà a dare consigli in quanto credo di averne bisogno io in prima battuta. Il mio percorso è stato molto particolare in quanto fino all’età di 30 anni circa non mi ero mai sperimentata in maniera professionale nella cucina e nella pasticceria. La passione però c’era.

Dopo varie formazioni e, inserita in una brigata sperimentata, sono riuscita ad avere delle soddisfazioni professionali importanti. 

Non so se debba dirlo ai giovani, ma lo dico continuamente a me stessa: non è mai troppo tardi per raggiungere i propri sogni.

 

3° Domanda: Ad oggi ritiene importante la capacità di reinventarsi o è meglio seguire un percorso professionale lineare e coerente?    

Io credo che ogni strada possa essere utile per migliorarsi dal punto di vista professionale. Certo, reinventarsi ogni giorno sembrerebbe più stimolante ma un percorso lineare potrebbe approfondire alcuni aspetti del lavoro altrimenti trascurati.

Credo che sia fondamentale avere il cuore che batte per questo lavoro, la passione che ogni giorno, nonostante i sacrifici e le difficoltà, ci porta ad arrivare a fine giornata felici per quello che si è fatto.

Possiamo scegliere un percorso lineare o di reinventarci, ma senza cuore restiamo dei meri esecutori.


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